1993, da un’idea di Stefano Accorsi.
5 di una figlia, 57 di un padre.
Nel 2045 avrò 57 anni, nel 1993 io avevo 5 anni.
Non sapendo dove rifugiarmi da un certo presente ho pensato di farlo nella nostalgia.
Ho provato a scavare nei ricordi più reconditi per capire se anche lei ricorderà questi giorni.
In modo molto confuso penso di si.
I miei 5 anni del 1993 volevano dire asilo, giochi, Power Rangers, Solletico, Stellaris (STELLARIS! Frida Fryday! “Non hai zuperaaato la proooffaa”!!), il gioco del Lion su TMC, i Mondiali di Calcio.
I Mondiali di Calcio?
Ovviamente i mondiali erano del 1994, e tutte le cose che ho citato qui sopra sono piazzate dal 1994 in poi (tranne l’asilo).
Vuol dire che del 1993 nello specifico non ricordo nulla? Praticamente si.
Come dei Mondiali 1994: i have no idea about “Rigore di Baggio”.
Storia, vita e memoria.
Mi interrogo cosa rimarrà nella testa, se ha senso l’ansia di voler costruire o preservare ricordi.
Cosa è possibile costruire, cosa è inevitabile costruire, c’è possibilità e ha senso distruggere?.
Quanto sarà distorto dal tempo il ricordo di questo presente?
Non ho nessuna risposta a queste domande ma ho cominciato darle in mano un macchinetta fotografica e, come si vede dalla foto lei la usa.
Per ora una piccola digitale subacquea e super resistente.
In realtà ha usato tantissimo anche la Fuji-Instax-Mini, e ora ha una scatola con le sue fotografie conservate, una scatola su cui ha scritto il suo nome.
Chissà se quella scatola resisterà al tempo, ai futuri traslochi, ai gatti “Ai terremoti, le inondazioni, le cavallette!”[cit.]. All’apocalisse climatico alle porte.
Del 1993 rimane “Mani pulite”, di cui ovviamente io non ho il minimo ricordo diretto.
In un presente comunque complesso rimane la solita certezza dell’analogico.
Innanzitutto la foto della torta, su pellicola, con una delle mille macchinette. La pigrizia mi porterà verso una plasticosa automatica (Pentax Espio o una delle mille Yashica grigie? Perché le facevano tutte grigie?.
(Il rullo verrà sviluppato come minimo a Luglio, ma questo è un altro discorso)
In questo modo anche lei tra millenni troverà dei supporti di carta con stampata una faccia, una torta, parenti, vestiti imbarazzanti. Qualcosa che le ricordi il 2020.
Non Sanremo, non il film di Sonic, forse Elsa, Gumball, Steven Universe e un corollario di altre cose.
Del 2020 e del passato rimarranno stampe fisiche 10×15 nell’album che si, resisterà a tutto: tempo, gatti e traslochi.
Quindi cara Aida costruisci i tuoi ricordi, poi saremo vecchi e li guarderemo assieme, tante risate, qualche lacrimuccia, un po’ di polvere.
Da un’idea di Stefano Accorsi.
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