Hei senti, ci sei mai stata in una camera oscura?
Ehm..no!
Molti direbbero: si ok, è come chiudersi in camera e spegnere tutte le luci. Invece no.
Io quel giorno li avevo l’ansia da primo giorno, la stessa che provavo la notte prima di partire per le gite scolastiche.
Marco, un ragazzo che ho conosciuto qualche tempo fa mi dice: dai prova! Non è difficile. Premetto che lui è un fotografo vero, io semplicemente un’appassionata.
Entro in un cesso tutto buio e: La vedi? quella è una tank (?!), ehm..si ok. La vedi quella bobina gigante? Li dentro dovrai arrotolare il tuo rullino. Prendilo, staccagli la carta, il pezzo di adesivo.. e poi arrotola fino alla fine.
Mille informazioni nell’arco di due minuti, ma c’era un piccolo problemino, dovevo compiere il tutto al BUIO. Bene.
Entro in questa stanza buia con il mio rullino, la mia super bobina e comincio. Inizialmente non mi sono sentita tanto bene, non riuscivo nemmeno a muovermi, poi ho cominciato a maneggiare i vari strumenti fra le mani, il rullino che girava intorno al collo,alle mani, ovunque, tranne che intorno a quella benedetta bobina, poi ho chiuso gli occhi e con l’aiuto di Marco sono riuscita a sistemare tutto al meglio. Terminata questa procedura dovevo uscire da questa stanza ed entrare finalmente nella tanto attesa camera oscura. “Forte!” mi sono detta. Tra un po’ darò alla luce dei momenti impressionati da me.
Luci rosse, wow! 3 bacinelle, 3 sostanze liquide, un ingranditore ed un marginatore. Ovviamente non sapevo dove mettere le mani. Avete presente il nulla? Io non vedevo niente, facevo cose, muovevo delle levette. Ho visto anche la luce per dieci secondi.
Poi ho lasciato scivolare il mio pezzo di carta nel primo liquido. In quel momento ho pensato: devo rifarlo assolutamente. Ci volevano proprio quei 5 minuti di buio. Ero felice e lo sono tuttora.
Grazie Marco.
Realizzata con una Yashica FXD Quartz.
Realizzata con una Diana F+
Articolo di Annagina Totaro.
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