E con piacere vi presentiamo Alessandro Ligato.
Parlaci un po’ di te.
Mi chiamo Alessandro Ligato, mi son laureato in regia cinematografica 4 anni fa e questo momento ha coinciso col mio abbandono del linguaggio video e il mio totale votarmi alla fotografia.
Ho frequentato il biennio di fotografia all’Accademia di Brera e nonostante i suoi limiti logistici questa esperienza ha dato forma alla mia progettualità.
Negli ultimi anni ho fatto un po’ di mostre, ma per me il fotografare è molto di più, attraverso questo linguaggio do forma ai miei mirabolanti mondi interiori e mi interrogo su quello esteriore, questo fa sì che per me fotografare è un bisogno al pari del mangiare e del dormire.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Ho iniziato col digitale, ma non mi dava la minima soddisfazione, nel senso che tutto era così poco fisico, come se non fotografassi.
Sono passato quindi all’analogico iniziando col 35mm fino ad arrivare al medio e al grande formato. La fotografia analogica mi impone di pensare con attenzione e concentrazione a ciò che fotografo e ciò mi piace, per di più, ha in sé tutta la poesia e la magia che il digitale non ha. Il tempo che intercorre tra lo scatto e la visione della fotografia sviluppata è un momento per me importantissimo nel quale immagino le immagini fino al momento di incontrarle davvero.
Con la mia macchina analogica ho trovato lo strumento perfetto per documentare il mio pensiero, non sono oltranzista e non odio il digitale, semplicemente io faccio altro; la differenza tra analogico e digitale la vedo molto come nella musica ad esempio tra il pianoforte e la tastiera, ognuno ha il suo campo musicale ma sono due strumenti profondamente diversi.
Cosa ti piace fotografare?
Quello che vedo e penso possa essere più di quello che vedo. In linea di massima cerco di fotografare delle idee e delle sensazioni.
Quali sono le tue macchine fotografiche?
La macchina fotografica che uso di più è una Pentax 67II, ci sono arrivato dopo molti tentativi ma ormai da tre anni è la macchina perfetta per me e per quel che voglio raccontare.
Nel grande formato invece la mia sintonia totale l’ho trovata con una Graflex Speed Graphic.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Le ho quasi tutte già visualizzate come pensiero devo solo trovare il tempo e i soldi per iniziare i progetti e poi foto chiama foto quindi farò quelle che naturalmente verranno.
Hai un fotografo preferito?
Molti, soprattutto la scuola di Dusseldorf, tra gli italiani Guido Guidi e Andrea Galvani.
Una bella foto deve…
Non mostrare, ma invitare a sentire.
Sito web: flickr/tonygozu/
Email: [email protected]
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