È la volta di Alfred Agostinelli.
Parlaci un po’ di te.
Sono Alfred Agostinelli, ho 30 anni, fotografo e disegno da un po’, ho davanti a me una splendida carriera da barbone.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Perché da un punto di vista estetico è unica, perché i fotografi che adoravo da ragazzino scattavano su pellicola e perché spesso le novità in campo digitale sono al collo di ingegneri o medici in vacanza.
Cosa ti piace fotografare?
Cose in cui, in qualche modo, riesco a riconoscermi; le rovine, i paesaggi di montagna, i dementi…
Quali sono le tue macchine fotografiche?
Una Kapsa120 brasiliana e una teenage mutant ninja turtles camera, ma quella che uso più spesso è la canon eos 5000, una macchina mediocre e con grossi limiti, ottima perché assolutamente fuori moda.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Mi piacerebbe fotografare una cultura poco prima della sua estinzione. Come fece Tom Bianchi con i festini sfrenati a Fire Island Pines ritraendo una comunità che poco dopo sarebbe stata spazzata via dall’AIDS o cooptata all’interno di una realtà borghese fatta di passeggini e liste nozze.
Hai un fotografo preferito?
Melchior Tersen, che amo proprio in senso fisico.
Una bella foto deve…
Far rosicare. Quando nell’ottocento le anime candide del Nord Europa visitavano l’Italia venivano colpite dalla sindrome di Stendhal e collassavano nei musei di Firenze, io invece di fronte a una foto “bella” soffro di malori da rosicamento.
Sito web: cargocollective.com/alfredagostinelli
Email: [email protected]
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Che scanner usi?
scanners dei centri commerciali norvegesi, per la maggior parte di queste foto :-)