Non e’ un prototipo ma viaggiando spesso e non volendo esibire vistose reflex che potrebbero attirare attenzioni indesiderate ho l’abitudine di rendere “anonime” e poco attraenti le macchine che porto con me, oltretutto garantendo una protezione da graffi e urti, questo secondo buone abitudini giapponesi.
Del resto chi potrebbe bramare un’anonima macchina tenuta assieme da del nastro?
Dimenticavo, e’ una semplice Canon Eos 300.
L’ ho tenuta nel cassetto per anni (colpevolmente dopo avermi dato molte soddisfazioni in gioventù), però la trovavo brutta, molto brutta nella sua scocca dorata dalle forme sgraziate.
Questo sentimento e’ nato dopo aver iniziato ad avvicinarmi al mondo delle telemetro e assaporato l’eleganza Leica.
E poi sembrava riduttivo e poco “nobile” usare una macchina che fa quasi tutto in automatico senza essere una piccola p&s rientrante nella cerchia dell’hype odierno.
Alcune circostanze mi hanno costretto a riprenderla in mano assieme al suo classico 50 mm 1.8.
Nulla da dire su quest’ultimo, le lenti Canon sono per me una garanzia, però dopo pochi scatti ho iniziato a ritrovarmi anche con il corpo (leggerissimo) un feeling dimenticato, e usandola a priorità di diaframma mi e’ sorto spontaneo fare il parallelo con la Contax G1, macchina spettacolare che usavo nello stesso identico modo di questa povera reietta, priorità di diaframma, autofocus, scatto.
Si può quindi definirla per questo una “poor man Contax”?
L’ho usata alcuni giorni, di passaggio in India, e ho trovato utilissimo questo mix tra p&s e reflex, mi ha permesso di cogliere situazioni che con altre macchine “nobili” sarebbero sfuggite.
Leggera (prerogativa per me importante), autofocus veloce e preciso, comandi semplici intuitivi e a portata di mano quando non esistevano ancora complessi menu’.
In generale mi succede spesso di fotografare persone di colore con sfondi luminosi, un’incubo nella gestione delle luce.
Pur cercando di fare dei calcoli (nel limite del possibile vista la velocità richiesta nello street) la compensazione risultava spesso insufficiente, con questa tipologia di macchina le zone scure vengono “misurate” dalla macchina e quasi tutti gli scatti sono correttamente esposti.
È perfetta? No,
È una Contax? No,
Però la mia G1 e’ morta con un problema all’elettronica mentre questo cavallo e’ ancora in corsa dopo anni di onorato servizio.
Possiamo quindi disquisire se meglio Zeiss o meglio Canon però vale la pena spendere N volte di più per un ammiraglia Contax?
È una domanda che per me non ha ancora risposta.
E poi cosa vuol dire migliore o peggiore nel campo fotografico?
Se stampe alla mano (per me l’unico metro di giudizio) il risultato finale soddisfa in base a cosa chiedere di più?
Del resto dubito che se Salgado, Elliot e Ribaud si incontrassero in un’ipotetica cena parlerebbero di bokeh, quante linee ha quel 50 mm. o se e’ migliore la produzione Leica prima del 1960, argomenti di discussione in molti forum.
Penso quindi che spesso ci si lascia distrarre (io per primo) da questioni che esulano dal risultato finale che si vuol ottenere, credo quindi che questa macchina ritornerà presto in pista magari a discapito di Leica.
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