È la volta di Carla Gioia.
Parlaci un po’ di te.
Nata a Salerno, torinese di adozione. Sono sempre stata un po’ nomade spostandomi spesso per studio o lavoro. Questa volta Torino ha scelto me e cosi mi sono trasferita qui, in questo momento della mia vita non potrei vivere altrove.
Lavoro nel campo del graphic design e dell’illustrazione. La fotografia è il mio piccolo segreto, fotografo principalmente per me, per fissare su pellicola un attimo che potrei dimenticare, ho una pessima memoria.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
La scelta della pellicola è una scelta di lentezza, oggi si fa tutto troppo in fretta mentre in questo modo puoi assaporare lo scatto, puoi scegliere con accuratezza il momento da fotografare.
Cosa ti piace fotografare?
Principalmente i vuoti, gli spazi senza persone, gli oggetti, la polvere e palazzi.
Non mi sento assolutamente una ritrattista, la fotografia per me è un momento di leggerezza e trovo molto impegnativo fotografare le persone, significa gestire delle emozioni più complesse.
Quali sono le tue macchine fotografiche e che pellicole utilizzi?
La macchina che uso praticamente sempre è una Olympus OM10 trovata nell’armadio, era di mio padre. Ho anche altre macchine, come le Lomo, Yashica Fx-3 super e una dolcissima Polaroid.
Per le pellicole non sono cosi attenta, mi piacciono i rullini scaduti perché non sai per certo quale sarà il risultato.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Mi piacerebbe fotografare mia madre con i suoi fratelli da bambini.
Hai un fotografo preferito?
In realtà non ho un fotografo preferito in assoluto ma una serie di fotografi che mi piace seguire come Alessandra Magno, Simon Harsent, Michele Bressan e Loic Lequere.
Una bella foto deve…
Attirarmi a se come una calamita, farmi credere di poter entrarci dentro, farmi vedere quello che non si vede e che io posso immaginare.
Sito web: flickr/carlagioia | charlotterococo.tumblr.com
Email: [email protected]
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