È terminata in questi giorni la mostra della fotografa Lara Ušić, grande sperimentatrice, intitolata “Changing Realities (Polaroid View)” (“Promjenjiva Stvarnost”, in croato, che ci piace di più), curata da Branka Benčić, presso la galleria Makina, a Pola, in Croazia.
Le polaroid a strappo di Lara raccontano di spazi cinematografici noti, in varie città croate, e ormai dismessi, quali il Cinema Beograd, attualmente adibito a garage (sic!), il cinema SC e la sala MM di Zagabria, diversi cinema a Osijek, dai nomi fantastici, che riportano la mente a un’epoca di fasti e grandezza di quei luoghi: Urania, Europa, Zvečevo, Slavia. Lo scopo del lavoro è mostrare lo stato attuale di abbandono di questi spazi e recuperare, o cercare di farlo, il significato che è insito nel loro valore culturale e di aggregante della società, ormai perso di vista. E’ anche una tacita critica alla società attuale, che perde facilmente la propria memoria storica in nome dell’utile, mercificando tutto. “They paved paradise to put up a parkin lot” cantava Joni Mitchell. Molte di queste sale sono completamente in rovina, infatti, a causa dell’avvento delle modernissime multiplex che hanno spazzato via la concorrenza in un attimo, facendo perdere a luoghi, che spesso erano storici punti di riferimento, motivo di esistere.
Nello spazio espositivo le immagini dei cinema decaduti si intersecano con polaroid di frames di film di Michelangelo Antonioni e Andrej Tarkovskij, riprese in direct screen con una particolarissima macchina fotografica a cono, creata dalla stessa Lara per l’occasione. Visioni disumanizzate del paesaggio industrializzato del modernismo cinematografico di Antonioni, si commistionano con la poetica di Andrej Tarkovskij, e ciò che li collega è il (mitico) fatto che proprio Antonioni, nel 1977, donò a Tarkovskij una macchina Polaroid, da cui poi nacquero le famosissime fotografie del regista russo.
A dare un punto al tutto, la parola “FINE”, così cinematografica eppure così malinconicamente reale.
La mostra, se ve la siete persa, verrà riproposta in altre città croate e a Trieste, man mano cambiata e arricchita con elementi del luogo che la ospiterà e che ricordano sempre all’uomo il suo rapporto in divenire con gli spazi e il paesaggio che lo circonda, un rapporto imprescindibile e spesso fatto oggetto di dimenticanza.
Per conoscere meglio tutto il lavoro di Lara Ušić, ecco il suo sito personale: http://www.larausic.com/
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