Oggi visitiamo Perugia, con delle immagini capaci di ghiacciare la mente e gli occhi un po’ stanchi e gonfi… Una Perugia inconsueta, metallica e silenziosa, lontana dagli occhi dei turisti. Sembra quasi l’est Europa, sembra quasi l’utopia.
E buttiamoci dentro questi neri profondi, che profumano di acidi, di pomeriggi passati in camera oscura, grazie alle splendide fotografie e al testo di Lorenzo D’Amore.
“Vivendo a Perugia da anni per motivi di studio, il mio sguardo è ormai distante da quello di un semplice turista che visita il centro storico, pieno di socialità, attività, persone e di pezzi di storia, dove il tempo sembra essersi fermato.
L’occhio si è concentrato sui luoghi della quotidianità, sul tragitto che separa casa mia dal Cuartonigro photolab, la camera oscura autarchica dove tutto è iniziato e dove sviluppo e stampo le mie foto, la stazione ferroviaria da cui passo sempre per tornare nella mia città natale, uffici, parcheggi, luoghi di transito e di mobilità dove le persone e il tempo corrono veloci.
Tutti spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici e che sono costruiti per un fine ben specifico, come le scale mobili o il minimetrò, in cui migliaia di individualità si incrociano senza mai entrare in relazione, dove persone transitano ma nessuno abita e dove l’unico ruolo dell’individuo è quello di utente.
Ecco, questi sono i posti che hanno consumato i miei rullini”.
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