Oggi riprendiamo Berlino. La Berlino vissuta da dentro, un ossimoro fatto città. Ad ogni angolo trovi un memoriale che ricorda violenze e atrocità, poi svolti ed è ricca di centri sociali, start-up, fermento artistico e giovanile.
Non è più la città divisa di un tempo ed è molto più globalizzata di quanto non si possa pensare… Un Mc Donald’s gigantesco sorge proprio oltre la linea di Checkpoint Charlie, dal lato della città che era sotto l’influenza russa. Però ha sempre la sua unicità e radicalità, ben nascosta e tutta da scoprire. E questo suo aspetto oggi ce lo racconta, intimamente, Federico Martiradonna, fotografo e web designer che ho conosciuto proprio a Berlino (nonostante sia pugliese come me, strano e divertente il caso, a volte, no?). Le foto sono scattate tutte su pellicola Ilford HP5, con la gloriosa Nikon FE del papà, munita di obiettivo Nikkor 50 mm serie E f1.8. Sviluppate in un piccolo laboratorio a Kottbusser Tor, Kotti, dove una sera abbiamo avuto un’esperienza ai limiti del paranormale che non sto qui a raccontarvi… E ora vi lascio alle parole e alle fotografie di Federico.
Auf Wiedersehen!
“Nonostante oramai sia quasi un anno che vivo stabilmente a Berlino, non è facile descrivere con poche parole l’esperienza che questa città mi ha dato e continua a darmi.
Piena di contraddizioni e in costante mutamento, porto sicuro al centro dell’Europa per molteplici lingue e culture, è sicuramente la città meno tedesca della Germania; racchiude in se il fascino di una capitale ancora profondamente segnata da una guerra, prima militare e poi ideologica, che l’ha spinta ad una rivoluzione culturale e architettonica.
Scarna e quasi triste al primo impatto, riesce a travolgerti pian piano, lasciandoti muovere con estrema naturalezza in tutte le sue diversità, passando dai locali nascosti nei palazzi occupati della ex DDR, ai concerti di musica Jazz in graziosi bar affacciati sulla Spree, dai parchi per bambini alle piazze di spaccio a cielo aperto, dal rigore assoluto della burocrazia alla libertà di fumare all’interno dei locali.
Berlino è duplice anche nella luce e nei colori, infinitamente lunga e vivace nel periodo estivo e così breve e plumbea nei periodi più freddi (perfetti appunto per scattare in bianco e nero).
Insomma, una città fin troppo variegata e, a mio parere, incoerente. Tanto da non poter essere raccontata a parole”.
Per conoscere meglio Federico Martiradonna:
https://www.flickr.com/photos/bulder/
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