Comincio nuovamente con dei ringraziamenti, questa volta a Il portale del cavallo. Perché? Perché sono gentili, perché mi hanno concesso una piccola mano e dell’attenzione e perché mi hanno dato una direzione per scrivere qualche parola in più riguardo queste splendide stampe che vi sto per presentare.
Le fotografie:
Il rapporto tra uomo e cavallo nel Novecento è cambiato drasticamente. Un vissuto millenario si è capovolto nel giro di pochi anni: il cavallo è passato dall’essere un animale di fondamentale importanza per lavori, sopravvivenza e spostamenti ad un compagno sportivo nonchè un’affermazione di status.
Non è un caso se nella novecentesca valigia ho trovato sia queste immagini giornalistiche degli anni ’40 che celebrano il cavallo come compagno di nobili e notabili, sia scatti degli anni ’30 in cui compaiono automobili e motociclette (che vi mostrerò in un futuro) ad uso e consumo di nobili, notabili e ricchi. Immagini di celebrazione ed affermazione delle persone e del loro benessere.
Il cavallo che vedrete in questi scatti era compagno dell’ultimo strascico di nobiltà, nobiltà che lo cavalcava dimostrando abilità e coraggio o che ne frequentava l’esclusivo ambiente.
Prima di lasciarvi alle immagini voglio sottolineare ancora una volta la bravura delle volpi del giornalismo sportivo che hanno scattato le immagini; invidio la loro capacità di piazzarsi, il tempismo, la capacità di comporre e di arrivare a risultati che pochi raggiungono oggi anche con tecnologie di 80 anni più avanzate.
Questo scatto mi ha affascinato, sia per il tempismo e la precisione con il quale è stato realizzato, sia per il notevole gesto sportivo di questa donna nella monta all’amazzone. L’epoca dello scatto dovrebbe collocarsi verso la fine degli anni ’30, principalmente per analogia con le altre foto di questa serie.
Ci spostiamo da Richmond a Como. Da brevi ricerche nell’archivio “La Stampa” ho potuto capire che La Duchessa di Morignano era una sportiva affermata. Sebbene sia indicato nella didascalia non mi sembra che in questa foto stia montando all’amazzone.
Non so il tedesco e se qualcuno vuole tradurre faccia pure. Grazie all’aiuto di google e del suo traduttore sono riuscito a capire che quello che vediamo nella foto è un momento di premiazione dopo una giornata di gare all’ippodromo di Hoppengarten, un comune non lontano da Berlino. L’ippodromo è stato il più importante centro ippico tedesco, costruito nel 1868, ed esiste ancora oggi. Il pasticcio di timbri sul retro ci dice che la fotografia è passata da un’agenzia tedesca ad una italiana. Fortunatamente al contrario delle altre questa foto ha una data certa: giugno 1938. Nel giugno del 1938 la Germania viveva già sotto il regime di Hitler e da qualche mese era già completamente avvenuta l’annessione dell’Austria: non c’è ragione di dubitare che anche le altre foto siano collocabili verso la fine degli anni ’40.
Torniamo in Italia, ed andiamo a S. Siro. Qui troviamo in una gioviale chiacchierata il sig. Tesio (curioso come nella didascalia non venga citato il nome ma solo “Tesio”, probabilmente era una persona nota anche solo con il proprio cognome) ed il Conte di Torino (Vittorio Emanuele di Savoia-Aosta, wikipedia vi aiuterà). Confermo la mia tesi sull’età delle foto in quanto collocando nel 1938 l’immagine il conte avrebbe 68 anni, non mi sembra si vada molto lontani da questa stima. (Il conte è quello a sinistra).
Dal conte di Torino passiamo al Duca di Bergamo (wikipedia help us). Ovviamente sia il conte di prima che il duca di questa foto fanno parte della nobiltà d’eccellenza italiana, i Savoia. Le foto sono state l’occasione per me di scoprire l’esistenza dei rami della famiglia (il conte un Savoia-Aosta ed il duca Savoia-Genova). Si parte da Vizzola Ticino per esplorare la brughiera di Gallarate nelle terre che adesso sono abbracciate dall’aeroporto di Malpensa. Temo che la caccia in quei dintorni non venga più praticata.
Volete vedervi le foto in santa pace senza i miei sproloqui?
Ecco il profilo flickr dove vengono raccolte tutte le immagini inserite fino ad oggi.
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