Vi presento la Durst 66, macchina presentata nel 1956 dalla Durst Spa, azienda nota per la produzione di attrezzature fotografiche e specializzata nella costruzione di apparecchiature per lo sviluppo e per la stampa. Nata a Bressanone nel 1936 con sede a Bolzano, la Durst SpA è ad opera di due coppie di fratelli, da una parte Julius e Gilbert Durst di Bressanone, tecnici appassionati di meccanica e fotografia e dall’altra i fratelli Luis e Heinz Oberrauch, facoltosi pellai di Bolzano.
Era un apparecchio per pellicola 120 con formato di 6×6, costruita in alluminio pressofuso e caratterizzata da un esposimetro ad estinzione incorporato, un piccolo cilindro sul cui fondo veniva applicata una lente brunita con riportati i tempo di esposizione che dovevano essere accoppiati con il numero ASA o DIN per leggere il numero di diaframma. Un’altra curiosità è sicuramente il meccanismo di scatto: collegato ad un piccolo pistone che spinge l’aria attraverso una serie di fori, questi fori con le loro varie dimensioni variano la velocità dell’aria e di conseguenza il tempo di esposizione.
Non troppo leggera e pratica, bisogna imparare a destreggiarsi con l’esposimetro e la messa a fuoco senza riscontro nel mirino prima di ottenere dei risultati interessanti, ma resistete, ne varrà la pena. Io ho la fortuna di averne una in “comodato d’uso” fino a che il legittimo proprietario non si ricorderà di averla dimenticata a casa mia, una volta per sbaglio, tanto tempo fa.
Leave a reply
Io ne ho una ,ereditata dalla soffitta di mia zia qualche anno fa.
E’ vero bisogna prendere un pò di dimestichezza con il meccanismo.Io personalmente ho fatto degli esperimenti anche con le sovrapposizioni,carine dai!