È la volta di Era Enesi e del suo progetto “Liberi riflessi per liberi ricordi”.
Parlaci un po’ di te.
Nasco a Tirana, il 26 febbraio del 1993.
Alla ricerca di una nuova vita, mi trasferisco con tutta la famiglia in Italia nel 2000, precisamente a Torino e da allora ho sempre vissuto qui.
Affascinata dalle fotografie di Helmut Newton sin dalla tenera età, covo la passione per la fotografia, che raggiungerà l’apice in seguito alla prima macchina fotografica regalatami proprio dai miei genitori. Terminati gli studi presso l’Istituto tecnico turistico, finalmente ho potuto dedicarmi alla mia passione accademicamente: mi diplomo presso l’IIF, Istituto Italiano di Fotografia a Milano. Finalmente, una volta conseguito il titolo, posso esprimermi con la mia fotografia.
Espongo per la prima volta il 10 marzo 2017 come giovane fotografa dell’IIF per Martino Midali, noto stilista; il 13 marzo 2016, al Festival Fotografico Europeo, con il progetto “Contatto con l’orizzonte”: mostra di paesaggio degli studenti del secondo anno professionale dell’Istituto Italiano di Fotografia a cura di Erminio Annunzi; il 4 maggio 2017 con il mio nuovo progetto “Liberi riflessi per liberi ricordi” presso ArtGallery37 a Torino.
Nel 2015, lavoro, come prima esperienza, presso Paolo Ranzani come sua assistente; nel 2016, svolgo il ruolo di assistente del fotografo Stefano Gai.
Dal 4 giugno sono allo Spazio Angur di Milano; mentre l’8 giugno, per la prima volta, sarò a Tirana, nella mia terra.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Tutto ha inizio quasi un anno fa, anche se non era la prima volta che usavo una macchina fotografica analogica.
Un carissimo amico mi ha proposto di partecipare ad una mostra collettiva, dove il progetto era dedicato alla fotografia analogica e da allora non ho più smesso. Me ne sono follemente innamorata, non posso farne a meno: un rullino alla settimana devo farlo fuori.
Parlaci del tuo progetto “Liberi riflessi per liberi ricordi”.
I ricordi intrecciati alla fotografia esprimono il mio tentativo di liberazione verso me stessa e gli altri. Ossessivamente ricerco all’interno del mio subconscio il significato della parola libertà che si esplica attraverso il nudo. La sensazione di mancanza e sconosciuto mi muove verso la ricerca di un rapporto sincero e intimo con le persone che fotografo, rivedendomi ogni volta in loro. Attraverso la macchina e i soggetti mi annullo, spogliandomi di tutte le realtà della mia vita.
Il ritorno del ricordo, come sensazione permanente nell’attimo dello scatto, esplica il mio piacere per la formazione di nuovi sentimenti e desideri, necessari per vivere e formare la mia fotografia.
Liberi riflessi per liberi ricordi, è un grido verso la femminilità e il bisogno mio e dei soggetti di entrare in sintonia con il proprio corpo, nella più totale accettazione e liberazione di se stessi.
Attraverso i fiori morti in primo piano, come con lo specchio appannato, esprimo l’intensa e nostalgica ricerca dei ricordi del mio passato e di come attraverso varie fasi della mia vita sto raggiungendo la libertà.
Per me intimo è avere la libertà di poter essere più scontrosa o più dolce in base a ciò che mi suggeriscono i miei sentimenti. Senza obblighi formali, solo con rispetto.
Quali sono le tue macchine fotografiche e che pellicole utilizzi?
Le macchine che uso sono le seguenti: la Mamiyaflex, la Pentax MX e una Pentax compatta.
Di solito le pellicole che utilizzo variano dalla Kodak Gold 200 o la Fujicolor C200 per il colore alla Ilford Delta 400 per il bianco e nero.
Hai un fotografo preferito?
Troppi: in primis il mio grande amore Helmut Newton, per non parlare delle foto meravigliose di Francesca Woodman, di Bill Brandt, Robert Mapplethorpe, Nan Goldin, Spencer Tunick.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Quella che faccio da quattro anni a questa parte, sperando di migliorare sempre di più.
Una foto deve…
Trascinarti in un altro mondo e lasciarti un’emozione indescrivibile.
Sito web: eraenesi.com | instagram.com/era_vento
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