Oggi vi presentiamo Giulia Galeno.
Parlaci un po’ di te.
Sono nata a Frosinone ed escludendo un periodo passato in Spagna per studio e lavoro, ho sempre vissuto qui, a glie miglicure de Criste. ‘L’ombelico di Cristo’ e di un territorio martoriato dal cemento abusivo e dalle fabbriche abbandonate, che però mantiene la sua dignità grazie ai paesaggi, fatti di campi, montagne e paesi antichi sulle colline. Sono pigra, disordinata e taciturna, preferisco ascoltare e osservare.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Perché mi sembra di dare più concretezza alle immagini e che queste aderiscano di più alla visione.
Forse ha contribuito alla scelta anche un po’ la nostalgia dei pomeriggi in cui da bambina passavo il tempo con mio padre in camera oscura a sviluppare, stampare e poi fuori ad appiccicare le foto alle mattonelle del bagno.
Cosa ti piace fotografare?
Mi piace fotografare le interazioni tra le cose, cercare di rappresentare legami e storie, giocare a animare l’inanimato. Mi piace fotografare i miei genitori, la cura che mettono nei loro lavori casalinghi. Spesso guardo senza scattare, è comunque importante; l’osservare e il fotografare si stimolano a vicenda.
Quali sono le tue macchine fotografiche e che pellicole utilizzi?
Utilizzo soprattutto una Olympus mju-II e spesso anche una Nikon L35AF, una Nikon FM3a, e una Olympus OM-1. Le pellicole a colori che utilizzo sono Fuji Superia, Kodak Color, Agfa Vista e in bianco e nero Kodak Tri-x 400 e Ilford Delta e FP4.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Un luogo, d’estate, in una città ignota. Un luogo incantato in cui mi sembra di essere già stata, che sento appartenermi, che mi attira e che si può raggiungere solo quando si esplora e ci si perde apposta lontano dal centro affollato. C’è un bar abbandonato con la porta verde, lì davanti un bambino che gioca con il pallone o con la corda, oppure è seduto sullo scalino dell’uscio che aspetta qualcuno, ma arriva solo il vento che gli sporca le scarpe con la polvere della strada sterrata.
Hai un fotografo preferito?
Non ho un solo fotografo preferito, mi piace il lavoro di tanti artisti da Fred Herzog ad Alec Soth, da Luigi Ghirri a Masahisa Fukase, da Chris Killip a Vivian Maier.
Una foto deve…
Deve insegnarti a vedere l’invisibile nell’immagine, a trovare connessioni, deve evocare il vissuto di chi la guarda, i suoni, gli odori, deve essere sinestetica.
Sito web: flickr/giuliagaleno | instagram.com/galenogiulia/
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