È la volta di Giulia Madiai.
Parlaci un po’ di te.
Ciao, sono Giulia. Vi posso dire le prime cose che mi vengono in mente… Mi piacciono lo zucchero filato, le bolle di sapone, le felpe con la zip, le cabine telefoniche, lo spagnolo e non capisco perché le giornate siano fatte solo di 24 ore.
Ah, sono nata a Firenze 24 anni fa e per adesso continuo a viverci.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Ho iniziato con la fotografia analogica e non l’ho mai abbandonata. Credo che sia per la libertà che mi da non poter vedere il risultato. Non poter controllare sul momento il mio lavoro mi permette di essere più libera, non mi influenza negativamente e mi fa sentire più leggera.
Della fotografia analogica amo tutto, anche quello che vi gravita intorno. La mia foto prende vita, non si esaurisce nel momento dello scatto ma inizia prima, quando vado a comprare le pellicole, quando le scelgo con cura… E finisce dopo, quando la sviluppo, quando compare davanti ai miei occhi e la posso toccare. Nella fotografia analogica tutto è tattile, pratico e mi permette di sporcarmi le mani.
Cosa ti piace fotografare?
Da un po’ di tempo, le persone. Mi capita di fotografare soprattutto persone che in qualche modo hanno un legame con me o che sento vicine. In generale amo raccontare quello che mi emoziona, mi smuove e che mi permette di comunicare le parole che ho in testa.
Quali sono le tue macchine fotografiche?
Da poco se ne è andata la mia Canon 3000V che mi accompagnava dai 16 anni. A sostituirla è arrivata una Canon 500N e per ora posso dire che siamo buone amiche. La laurea mi ha portato una bellissima Polaroid SX70 che spicca accanto alle mie tante macchine lomografiche. L’ultima arrivata in famiglia è una Zenit 122 scovata su un banco del mercato di Ballarò.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
In realtà spero di non trovarla mai la foto che mi piacerebbe fare.
Se la trovassi smetterei di cercarla, smetterei di impegnarmi e mi fermerei.
Meglio continuare a cercare, no?
Hai un fotografo preferito?
Da qualche mese sto ammirando più a fondo il lavoro di Francesca Woodman.
Se invece parliamo di fotografi dei nostri giorni, preparando la tesi sono incappata nel lavoro di Mike Brodie, conosciuto come The Polaroid Kidd, innamorandomene.
Recentemente ho avuto modo di vedere la mostra “as above so below” di Bärbel Reinhard, lavoro che mi ha emozionato moltissimo. Infine credo che un’altra grandissima fonte di ispirazione sia il web, dove ultimamente ho scoperto una serie di giovani fotografi davvero emozionanti e validi, come Luca Bortolato.
Una bella foto deve…
… far nascere in te la voglia di guardarla e riguardarla, per lo meno una volta al giorno, tutti i giorni.
Sito web: facebook/GiuliaMadiaiPhotography | giuliamadiai.tumblr.com| flickr/giuliamadiai
Email: [email protected]
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