È la volta di Ilenia Urso.
Parlaci un po’ di te.
Salto volentieri i dati biografici. Ho sempre qualche difficoltà a parlare di me, motivo per cui non lo faccio mai. Ma visto che l’occasione lo richiede aggiro l’ostacolo e rubo due parole a chi senza saperlo ha saputo descrivermi meglio di quanto avessi mai potuto far da sola. “An introvert, happily bleeding”.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Empatia. È una trasmissione continua di sensazioni, dal rumore che fa la pellicola che scorre nella macchinetta al fiato sospeso subito dopo il click. E quando quello che hai impressionato sulla pellicola viene fuori così come l’avevi visto, senza l'”escamotage” che può darti il digitale permettendoti di ripetere mille volte lo stesso scatto – senza accorgerti poi che già al secondo il momento che volevi è bello che andato via – , allora è un sorriso che si apre sul cuore.
Cosa ti piace fotografare?
Ho un debole per i corpi, quelli femminili in particolare. Dalle mani, alla schiena, a come si posa lo sguardo sulle cose, alle curve dei seni, fino al modo in cui tutte le linee si incontrano tra di loro. Ci si potrebbero scrivere storie infinite.
Quali sono le tue macchine fotografiche?
Kiev 4. Da quando ce l’ho credo sia diventata parte integrante di me. Il prolungamento di mani, occhi, stomaco e cuore.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Nessuna. o meglio, non si tratta di una foto. piuttosto un viaggio intero con la mia kiev nello zaino. Nord Europa on the road. coi visi algidi e i piedi lividi.
Hai un fotografo preferito?
Il primo amore non si scorda mai. Francesca Woodman.
Una bella foto deve…
Spezzare il fiato, fissarsi negli occhi e guadagnarsi un posto sulla pelle. Impedirti di guardare altrove. Ogni volta che un profumo, un dettaglio, un colore te la ricorderà sarà come la prima volta che l’hai vista.
Sito web: flickr/.Albascura.
Email: [email protected]
Leave a reply