Ritrovare oggi, in fondo ad un cassetto, un floppy disk, a molti già non dirà nulla. A pochi farà venire un sorrisetto a lato della bocca.
Ah, la tecnologia corre, fortissimo. Il cd è morto, alcuni intonano già pèana per il DVD e il BlueRay. Le chiavette USB ogni sei mesi si rigonfiano di anabolizzanti e raddoppiano la loro capienza. Tutto è Cloud, tutto è veloce, tutto ormai è impalpabile.
Resistono delle sacche di resistenza, romantici, sognatori, spesso snob. Chi ama il vinile, chi il retrogaming, chi non suona niente che non abbia almeno la sua età.
E ci siamo anche noi, con le nostre pellicole e le nostre macchine a pellicola, i frigoriferi strabordanti di vecchie glorie che custodiamo come diamanti e negativi colore orribili. Quelli che per i chimici trascurano la fidanzata e che ci pensano due volte, prima di scattare. Siamo lenti, siamo già estinti forse, ma è bello non curarsene.
La versione falsa ma interessante della storia di questa pellicola è che mi è stata donata da un veterano della seconda guerra mondiale, polacco, una sera che ci siamo trovati a bere insieme in un postaccio ai Murazzi. Per tutta la guerra è sopravvissuto trafugando razioni alimentari, medicinali, sigarette americane, tra la Svizzera e la Francia invasa dai tedeschi. Un giorno, in mezzo ai suoi giri tra spalloni e mazzette alle guardie di confine, gli capitò tra le mani un autocarro americano di materiale fotografico per raggi X e altre cose di cui lui non aveva dimestichezza, tra cui una cassa di bobine di film per “macchine da identificazione”. Mise la cassa in fondo ad un magazzino e se ne dimenticò.
Quella sera, ai Murazzi appunto, sapendo della mia passione per la fotografia, dal suo vecchio e liso cappottone militare tira fuori una bobina e me la allunga attraverso il tavolo, dicendomi, in un italiano stentato, “fanne buon uso, è l’ultima che mi è rimasta, le altre le hanno rubate gli sloveni”. Poi si è acceso una lucky strike rossa e si è allontanato, con il suo alito avvinazzato, nel buio di Torino.
Non l’ho mai più rivisto.
La versione vera ma ben poco romantica è che l’ho comprata su ebay, a meno di 1 €.
Ora, avevo già esperienza con pellicole scadute (e per scadute non intendo 2003, intendo dal 1970 in giù) e tutte abbastanza positive (la gente ti dice “EH MA NON VIENE FUORI NIENTE, È SCADUTA!”. La gente non capisce niente e parla a vanvera), quindi ero convinto che qualcosa ne sarebbe venuto fuori, avendo già scattato e sviluppato una pellicola scaduta nel ’45.
Ho postato la foto della pellicola sul gruppo facebook Chiacchiere Analogiche e l’interesse suscitato ha portato il sottoscritto a privarsi di un po’ della sua pellicola per organizzare questo “minicontest” che vede anche la gentile collaborazione di Iso400.
MINICONTEST
Ci sono 15 partecipanti ai quali è stato inviato un rullino con 10 pose di pellicola (tra l’altro altamente infiammabile perché contiene nitrocellulosa).
DEADLINE
Il termine per inviare le foto è il 30 settembre 2014.
Gli scatti dovranno essere inviati in formato digitale (jpg a 72dpi, minimo 800px in larghezza o in altezza, meglio se in .rar o .zip) a [email protected] specificando il nome e cognome, macchina utilizzata e modalità di sviluppo.
Tutti gli scatti verranno inseriti in un album della pagina facebook di Iso400 dal titolo “1944 / 15 x 10” per essere votate e visionate da tutti gli utenti.
VINCITORI E PREMI
Avremo ben 5 vincitori che saranno annunciati mercoledì 01 ottobre.
1. Il primo vincitore eletto da Guido Tosi, ideatore del contest, e da Iso400 che ha creduto e piacevolmente collaborato al contest, si aggiudicherà una tracolla Figosa (modello classico, 3 lunghezze e 4 colori disponibili) + una pellicola da 20 pose SENNA 640 di Six Gates Films.
2. Il secondo vincitore verrà eletto dal popolo di facebook tramite i “mi piace” ottenuti sulla foto inserita nell’album. Si aggiudicherà una polsiera Figosa (modello classico, 4 colori disponibili) + una pellicola da 20 pose SENNA 640 di Six Gates Films.
3. Il terzo vincitore (la seconda foto con più mi piace all’interno dell’album) si aggiudicherà un set di 5 pellicole Six Gates Films.
4. Il quarto vincitore (la terza foto con più mi piace all’interno dell’album) si aggiudicherà un set di 3 pellicole Rollei RPX 25 / 100 / 400 gentilmente offerte da PFG Milano.
5. Il quinto vincitore (la quarta foto con più mi piace all’interno dell’album) si aggiudicherà un set di 3 pellicole Rollei RPX 25 / 100 / 400 gentilmente offerte da PFG Milano.
Per accontentare un po’ tutti è chiaro che un partecipante può vincere solo un premio.
A parità di “mi piace”, saranno Guido Tosi e Iso400 a scegliere le foto vincitrici.
Sapete qual’è il vero motivo per cui la fotografia digitale non è niente rispetto allo scattare una pellicola? Perché la pellicola è materia, esiste, si modifica, la puoi toccare, resiste al tempo e allo spazio.
Tra vent’anni sarà ancora li e non sarà mai obsoleta, e ci sarà SEMPRE modo di usarla.
È reale, lenta come la tartaruga contro la lepre, non ha fretta e si gusta tutto il viaggio.
Queste sono un paio di mie fotografie scattate in Sardegna ad un gruppo di bunker della seconda guerra mondiale.
Poiché la velocità nominale era 50 iso, come si può vedere dalla etichetta (una pellicola troppo veloce per quei giorni), ho valutato i 12 iso. Ho usato una Nikon F3 con un 50mm 1.4 e un 20 mm 3.5 ottiche nikkor. Stand per 1 ora in accurol 1 + 100, 1 capovolgimento all’inizio e 1 a metà. Fissaggio Ag 1 + 9 per 5 minuti, lavata, wetting agent e lasciata asciugare per circa 2 ore.
I risultati per me sono stati abbastanza buoni, avrei voluto ridurre il reticolato, ma l’aspetto ” tanto vintage” è interessante.
Buon lavoro a tutti.
Foto e articolo di Guido Tosi
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