Personalmente non sono una persona che fotografa con un vero scopo o fine, sopratutto con la pellicola.
Capita di scattare perché c’è qualcosa di bello e ho la macchina dietro.
Capita di scattare perché mi sono portato la macchina dietro e ho deciso di scattare.
Capita ancora più spesso che ci sia qualcosa di bello da ritrarre ma non ho la macchina foto.
Il risultato di tutto ciò è che molte delle mie foto non hanno un vero senso o uno scopo preciso o deciso a priori, spesso non si riesce a legarle a temi, significati.
È un peccato non trovare una vera ragione per mostrare alcune foto perciò ho deciso di passare ad un’ermeneutica forzata.
L’ermeneutica vuol dire interpretazione cioè cercare di trovare il vero senso che l’autore ha voluto dare a una tale opera.
Mettiamo che ci sia Dante abbia scritto “Il mare è Blu”, una prof di italiano ben addestrata potrà montare ore di lezione su questa frase, su come con mare lui intendeva il suo io interiore di uomo del ‘300, su come Blu sta a significare la santità delle vesti della vergine Maria e quindi del suo io dopo il viaggio negli inferi, su come il significhi che è proprio lui unico ed indivisibile e come è è l’atto di Dio creatore delle cose per cui se uniamo il tutto Dante voleva dirci che il papa sarebbe arrivato a Firenze.
O semplicemente Dante è andato al mare e ha visto che era Blu?
Chi ha ragione? Tutti e due? Forse, se l’interpretazione trova un senso. La grandezza di certe opere sta proprio nel fatto di poterne ricavare più singnificati/aspetti/lezioni diverse nei tempi, nei luoghi o nelle modalità. Diverse per ognuno.
Non penso che Dante abbia mai scritto “Il mare è Blu”.
Ora io cercherò, con sforzo fisico, di tirare fuori forzatamente un senso ad alcuni scatti.
1.
“Il mare è Blu” diceva Dante.
Qui scattando sott’acqua ho voluto sottolineare come il soggetto, Andrea, sia ormai sopraffatta anzi sommersa dalla consapevolezza (l’acqua).
La patina di sfocato è la concretizzazione della distanza che intercorre tra uomo e donna, la differenza di mondi sommersi, vicini, ma pur sempre distanti.
Nella foto corre una linea verticale che divide in due lo spazio temporale.
La parte sinistra rappresenta la vita passata, contiene bollicine che rappresentano la burrascosa serie di accadimenti che hanno tormentato questa giovane.
La parte destra è il futuro sicuro e sereno che si appresta a vivere appena uscita dall’acqua.
La linea verticale è il presente.
2.
“Il mare è Blu” diceva Dante.
Questo sono io e anche se non sono l’autore dello scatto ho comunque cercato di parlare nella foto in quanto soggetto.
Il mare qui rappresenta la gente che mi circonda in cui mi immergo.
La mia bocca nell’acqua rappresenta le parole che uso per parlare con la gente il mio sguardo fuori dall’acqua significa che comunque guardo altrove, senza incontrare la compagnia, accompagnato dalla solitudine.
La stella marina rappresenta i talenti che mostro, ma non alla gente, mostro a nessuno e mostrandoli a nessuno si seccano, anzi forse è meglio se metto in fretta i talenti sotto un sacco di gente per non rischiare di farli seccare e morire. A questi talenti piace stare sotto i sassi, in Puglia se ne trovano un sacco.
3.
La gente muore a 67 anni, in auto, su una 600, questa è l’unica cosa che mi viene in mente.
Altrimenti “il totano dentro la chitarra”… (il 67 nella smorfia).
In realtà si potrebbe dire per 1 e 2 che mi sono comprato una macchina analogica subacquea e siamo andati in vacanza in Puglia e per 3 che abito al 4°piano e il balcone si affaccia sui parcheggi interni.
Chi può dire dove sta la ragione.
Alla prossima.
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