È la volta di Ivo Caravello.
Parlaci un po’ di te.
48 anni, vivo a Viterbo con compagna e figlia.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Sono un conservatore, forse anche un po’ noioso: analogico è stato il mio inizio. Non guardo subito dentro, non devo essere sicuro che un lavoro è stato fatto, non devo spedirlo per mail all’altro capo del mondo, soprattutto non è un lavoro. Quando esco è perché c’è qualcosa che mi attira e per cui ho aspettato il momento/tempo giusto e posso continuare ad aspettare finché non l’ho sviluppato. Le cose buone hanno bisogno di tempo e di cura e il bello è anche saper aspettare.
Cosa ti piace fotografare?
C’è talmente tanto da guardare, anche nella stessa strada che faccio a piedi tutti i giorni. Vivo in un posto magnifico tra boschi, laghi e pietre.
Quali sono le tue macchine fotografiche e che pellicole utilizzi?
Contax T, G1 e G2: amori una volta impossibili ora possibili. Ho da poco una Mamiya 7 ma non ho ancora capito il medio formato: mi piacciono molto le immagini che si ottengono con l’adattatore panoramico, sembrano i film in Cinemascope. Ilford, ma quelle volte che ho usato Kodak sono rimasto comunque soddisfatto. Solo BN.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Non ho una risposta.
Hai un fotografo preferito?
America anni 50-60: tutti quelli. Vincendo la mia proverbiale timidezza abbordai Giacomelli sul suo panchetto nella parte esterna della sua tipografia: era per me una leggenda già da vivo.
Una bella foto deve…
Ancora piacerti la mattina dopo che l’hai stampata, quando la rivedi asciutta in camera oscura.
Sito web: flickr/ivoivocar
Email: [email protected]
Leave a reply