“Silenzio,la voce della cicala penetra la roccia. Matsuo Basho”
Raccontare il Giappone per me non è mai semplice. Esistono luoghi che sono davvero una parte di noi stessi e disegnargli un perimetro intorno con le parole non sarebbe mai abbastanza esaustivo.
Queste fotografie sono state scattate con una vecchia Nikon Fm2 + Ilford Delta 400 la scorsa estate tra Tokyo, Nikko e Kyoto durante un viaggio atteso da praticamente tutta la vita e in ognuna di esse ci sono un sorriso per aver trovato ciò che aspettavo e un pezzettino di cuore che lasciavo in cambio. Pensavo che avrei apprezzato soprattutto la natura dei villaggi, le piccole vie curate e silenziose, quel verde verdissimo, il silenzio intorno ai templi, le file di piantine riposte in maniera ordinata davanti alle abitazioni e le montagne rassicuranti. Invece ho trovato un po’ di me anche nella città, dai quartieri illuminati a neon ai piccoli borghi antichi con le casette basse e i recinti di bambù. Tokyo è una città immensa, colorata, dalle grandi contraddizioni, viva, eppure di una quiete stupefacente.
Camminando per strada si ha la sensazione che tutto fluisca armoniosamente, un caos allineato, nessuno corre, gesticola o si lamenta. Segnali stradali per ogni cosa, tutto è preciso, accurato. Persone con caschi gialli il cui lavoro è segnalare ai passanti le buche sui marciapiedi, ragazze che attraversano grandi incroci con piccoli passi su zoccoli di legno, mascherine per non trasmettere agli altri il proprio raffreddore, amuleti annodati agli alberi per esprimere desideri, dolcetti così belli da sembrare finti, fili della luce di un disordine bellissimo, inchini sui treni, le foglie di ginko, le biciclette fiammanti lasciate in mezzo alla strada senza lucchetti, il suono delle cicale, la tecnologia, saper aspettare.
Articolo di Ale Rosaspina Vintage
www.rosaspinavintage.com
Leave a reply