È la volta di Kat Ward e del suo esperimento chiamato “Buried Film”.
Parlaci un po’ di te.
Mi chiamo Kat Ward e sono una fotografa analogica, scrittrice ed artista, attualmente a New Forest, nell’Hampshire, Regno Unito.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Mi ricordo di aver posato per un sacco di ritratti di famiglia da bambina! La mia mamma aveva sempre una macchina fotografica in mano e c’erano album di foto in giro. Credo che la mia passione per fotografia sia nata e cresciuta da lì. Lavoro con la pellicola perché è tattile, piena di imperfezioni e amo il suo aspetto nostalgico.
Parlaci del tuo esperimento “Buried Film”.
Ho iniziato a seppellire pellicole un po’ di tempo fa, pensando che avrei potuto apportare qualcosa in più all’immagine esponendola agli elementi, nel luogo in cui ho scattato la fotografia. Adoro la spontaneità del processo e il fatto che sia imprevedibile, non si ha mai lo stesso risultato due volte.
Quali sono le tue macchine fotografiche e che pellicole utilizzi?
Ho un Smena 8M, una Konica Big Mini e qualche altra toy-camera, tutte macchine molto semplici.
Hai un fotografo preferito?
Eugene Atget è probabilmente il mio fotografo preferito. Ha scattato con la stessa vecchia fotocamera a soffietto per tutta la sua vita e penso che in un certo qual modo la mia passione per la pellicola sia così. Mi piace anche Saul Leiter, sia il suo lavoro che la sua filosofia.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Più di tutto, mi piace fare fotografie non costruite, con elementi surreali.
Prossimo progetto?
Per ora ho intenzione di continuare a sperimentare con la pellicola 35mm e iniziare a svilupparla da me. In futuro, spero anche di lavorare con la pellicola cinematografica, sempre manipolata.
Sito web: cargocollective.com/katward | katward.bigcartel.com | kat-ward.tumblr.com | flickr/shooting_shadows
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