A raccontarla oggi ancora non ci crede nessuno, ringraziando il cielo mi portai dietro la Canon, altrimenti nemmeno quello.
24 dicembre 1993, pomeriggio inutile, Torino, via Pietro Pinelli.
Ore 15:00, in vista cazzeggio con i soliti minchioni di sempre, Trentini, Corona e il coglionissimo Bertelli. Il progetto per la vigilia, come al solito, è di raffinata cultura: panino in piazza Barcellona e poi Cinema Roma Blue a vedere qualche pornazzo (ovviamente paga Bertelli perché è l’unico che ha già incassato per Natale).
Dopo il panino al mercato si riesce a prendere il film già iniziato; col cinema porno a 100 metri da casa entrare senza farsi beccare è un’impresa, ma alla fine ci si riesce.
Soliti posti in centro, lontano dalle puttane e dai vecchi maniaci. Filmaccio appena uscito: “Il mistero del convento” di Mario Salieri con Debora Wells e Simona Clark, da annali. Salieri sale in cattedra anche senza i soliti Rocco, Selen e Milly D’Abbraccio sullo schermo.
Una volta finito il film si vola verso la Divina Commedia per due birre medie da dividere in 4 persone (6000 lire in tutto: Bertelli ha soldi ma non troppi).
Nel tragitto il primo regalo della vigilia: un bel portafoglio gonfio coricato sul marciapiede. La cosa giusta da fare è solo una: via i contanti (150.000 lire e spicci) e portafoglio giù nel tombino.
Inferno alla Divina Commedia in preda alla festa natalizia. Si beve di tutto e si beve male ed è l’inizio del devasto. Birra, vodka e amari della peggior specie, e si sbocca l’anima tutti prima delle 9 rimediando pedate verso l’uscita.
I caduti Trentini e Corona rimarranno a dormire sul marciapiede vomitando panettone, passeranno i loro vecchi a raccoglierli e scrollarli dal vomito; prima dell’ibernazione smaltiranno, in tempo per devastarsi nuovamente a capodanno.
Io e Bertelli ci muoviamo con fatica verso piazza Statuto.
Arrivati là scopriamo per caso che c’è una festa grossa dove fanno i prodotti per capelli, su corso Valdocco, e allora ci trasciniamo lì davanti con il nobile intento di dare dei froci a tutti quei parrucchieri.
Ci prova per primo Bertelli che però non è capace di un cazzo, puzza di alcool e di vomito e si veste di merda e riceve solo altri calci. Ritirata strategica in Piazza Statuto alla ricerca spasmodica di altri portafogli.
Ammazzati dalla noia ci riproviamo con i parrucchieri e la magia del Natale mi incontra per la seconda volta, perché un coglione incazzato ed urlante mi sbatte addosso e mi lancia insulti e cose varie, tra cui un bel pass.
Mi incammino con signorilità, io non puzzo e mi vesto meglio di Bertelli, e riesco ad entrare.
La festa di parrucchieri è enorme: tavoli pieni di roba da bere e da mangiare e qualcuno che parla in inglese, capisco poco. Prima bevo poi mi avvicino al palco per scoprire che è appena finita una qualche intervista ad un signore vestito in modo orrendo, ma decisamente conosciuto:
Ringo Starr
Porcatroia Ringo Starr come cazzo è possibile
No è un sosia
No è veramente Ringo Starr
Ringoooooo Starrrrrrrr
e via, fuori la Canon foto a manetta con sparate di flash a caso, tutte foto venute a merda e tutte fuori fuoco…
Tranne una.
(Quando lui stava per arrivarmi addosso e io ricordo che un po’ a fuoco devo mettere)
Oddio mi travolge ma ormai ho scattato:
QUESTO È IL PIU’ BEL NATALE DELLA MIA VITA!
Ed ecco lo scatto magico, unico a testimoniare questa impossibile vigilia.
Una, una soltanto a salvare il mio culone flaccido.
Ovviamente finisce che vengo buttato fuori a calci per aver lanciato roba per terra e versato cose su altre cose. Un casino ma ne è valsa la pena.
Disclaimer:
I fatti raccontati sono frutto della fantasia e la foto è saltata fuori dalla valigia insieme ad un’altra, quella in fondo a questo articolo.
Le foto in questione non hanno nessuna informazione e quindi è venuta in mente l’idea per questa storiella natalizia.
Ovviamente come già avuto occasione di ribadire massima stima ai parrucchieri e alle parrucchiere, mi sono divertito ad immaginare una pomeriggio torinese anni ’90 ma nutro il massimo rispetto.
Leave a reply