Ciao Lejuice, parlaci un po’ di te.
Sono Lejuice ho 27 anni e sono nata nella ridente “Siracusa”.
Io vivo in giro per l’Italia dal 2010, tra Milano, Roma e ora Torino. Sono un po’ una viandante, quando trovo la vita noiosa e scomoda in una città cambio tutto, cambio città, amici, casa. Cambio per darmi una scossa quasi ogni due anni.
Sono sempre stata appassionata di arte contemporanea, ho frequentato il liceo artistico di Siracusa, l’arte mi interessava in ogni sua forma ed eccomi qui a raccontare attraverso la fotografia.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Ho scelto la fotografia analogica perché amavo l’idea dell’attesa e l’incertezza del risultato finale. Mi diverte l’idea di creare qualcosa che poi richiede un’elaborazione prima della visione finale. Se contiamo l’immediatezza delle fotocamere digitali e dei vari selfie moderni la pellicola è un dono. L’attesa che aumenta il desiderio e infine lo stupore, questi sono alcuni dei motivi della mia scelta, oltre al gusto estetico della foto dato da un supporto analogico, la nostalgia, lo studio nel dover decidere solo quei 36 scatti senza eccedere in foto senza contenuti.
Cosa ti piace fotografare?
Fotografo tutto ciò che racchiude un sentimento, un momento, uno stato mentale. In questo anno ho scattato tante persone: mia madre, le mie amiche, momenti importanti come il mio viaggio a Parigi a maggio.
Ho una musa, si chiama Marina, è in molte mie foto, la trovo stupenda è una ragazza speciale parla poco e ascolta. È timida e sa ancora arrossire, lei è perfetta per le mie foto.
Quali sono le tue macchine fotografiche e che pellicole utilizzi?
Principalmente uso la mia buon vecchia Canon ae1 program con due obiettivi, un 35mm e un 50mm. Ho tante macchinette in casa circa 12 perché anche il mio compagno è appassionato di fotografia come me. Uso spesso anche una Mamiya 645 e una Yashica mat-124g del mio compagno.
Le mie pellicole preferite sono: per il bianco e nero Ilford Delta 400 e 3200, Rollei 80’s, Kodax Tmax 100 e 400. Per il colore invece Fuji Superia 200, Fuji Pro H 400, Kodak Ektar 100, Kodak Portra 400.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Faccio la fotografia che mi piace, tutto è ancora in evoluzione, questo è solo l’inizio del mio percorso, amo fotografare persone e spero di incontrare altra gente espressiva come quella incontrata fino ad ora, persone con carattere. Gli elementi che mai mancheranno saranno il sentimento, l’emozione e la luce, poi tutto il resto sono solo elementi secondari.
Hai un fotografo preferito?
Ho tanti miti, Carlo Mollino, Araki, Francesca Woodman, Nan Goldin, Sarah Moon, Edward Steichen… non saprei dire chi è il mio preferito, ne ammiro tantissimi e tutti mi insegnano qualcosa.
Una foto deve…
Una foto deve emozionare, trasmettere un messaggio, raccontare qualcosa, mi sento banale nel dirlo dato che è quello che provo a fare.
La foto per me non è solo tecnica e progetto, la mia fotografia è 20% tecnica e progetto + 80% creatività e sentimento.
Faccio affidamento sulle mie idee, la cultura e le influenze esterne dettate dal mio percorso di vita, perché la mia è fotografia creativa e lo scopo non è la precisione della messa a fuoco o del taglio e tutti i vari schemi che molti usano, bensì esprimere il mio carattere. Non ho schemi né limiti fotografici, mai ne avrò nella vita e in fotografia.
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