Su la serranda, riecco l’Emporio.
Questa settimana mi sono trasformato in novello investigatore per poter capire qualcosa di più delle foto che avevo sotto mano. La categoria protagonista oggi è quella che forse sembra poter regalare meno emozioni, ma in realtà non è così.
Le foto che ho messo insieme in questa categoria sono scatti catturati durante conferenze, convention e congressi di medici, psicologi, farmacisti (o dintorni). Sembrano noiosi ma in realtà molti possono essere pezzi di storia eccellente e spunti per conoscere persone di cui non sappiamo nulla di niente.
Le stampe che ho scelto questa settimana dovevano essere tre. Sono stampe enormi, dei 23×18 in bianco e nero, una carta lucida bellissima che sembra stampata ieri. Le ho scelte anche se completamente mancanti di annotazioni e indicazioni (sono presenti solo i riferimenti dello studio che le ha prodotte e stampate).
Riassunto delle due foto? Anzianità, confusione, bei vestiti. Ma chiccacchio saranno con quei nasi enormi??
Dopo aver scansionato mi sono accorto che la signora al centro portava una targhetta. Così, armatomi della stessa tecnologia che usano a CSI, ecco che ho scannerizzato ad altissima risoluzione.
Si è aperto il mondo!
In questo modo sono riuscito a capire qualcosa in piú di quelle scritte: “Massucco Costa”. Cercando su Google ho scoperto che la signora ritratta è stata un’importantissima psicologa italiana: Angiola Massucco Costa.
Andando sull’archivio de La Stampa ho cercato il suo nome circoscrivendo le date tra il 1947 e il 1970, e dopo un po’ di scavi è saltato fuori che l’11 Giugno 1965 c’è stato il XV congresso degli psicologi italiani. Tra i partecipanti anche il signore a destra, Cesare Musatti.
Notare come dopo aver svelato la sua identità e dove si trovava la Prof. Massucco Costa ha sorriso, abbandonando quella espressione confusa e intontita della fotografia precedente.
Le foto sono a quel punto diventate 8 (in realtà 11 ma 4 sono doppie), dato che dopo aver capito di cosa si trattava sono tornato a rovistare nella valigia e ho pescato altre foto dello stesso congresso stampate da un laboratorio diverso. Queste almeno avevano le indicazioni della data, ma erano fuorvianti sul tipo di appuntamento.
Uno speciale ringraziamento ai due fotografi che non hanno messo nessun appunto specifico.
Cotonature a go-go, uno spaccato dei professionisti anni ’60 che negli ’80 diventeranno Yuppies.
Vi sfido a trovare quello che si sta scaccolando.
Due foto per apprezzare il pubblico da diverse angolazioni.
Qui mi piace il microfono, un po’ meno il profilo della giacca gessata.
019.
Questa si intitola “Il primo piano di cui non si sentiva il bisogno”. È la coppia della prima foto ripresa dal secondo fotografo, ma la faccia da ebete del signore a sinistra rimane sempre uguale. Sembra che stia parlando al signore al centro, che guarda in camera con la sua faccia scavata, e che tale signore non lo voglia ascoltare.
(Sì, lo so che probabilmente sto parlando di eminenti psicologi italiani ma non mi importa, sicuramente sono morti e non mi verranno a contestare).
Chiudiamo con i timbri dei due professionisti che hanno fatto le foto, a cui non piaceva catalogare e appuntare.
Torinesi ormai non più presenti. Moisio e Fotoflash, onore al vostro lavoro!
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