È la volta di Luca Bortolato.
Parlaci un po’ di te.
34 anni. Grafico da una decina.
Vivo a 10 minuti da Venezia anche se sono spesso in viaggio, appena posso.
Amo le immagini, le avventure nei libri, la vespa, l’andare in bici, il buon vino e la cena alla sera.
Non sopporto la falsità, i voltagabbana e la parola non mantenuta.
Perché hai scelto la fotografia analogica?
Romanticamente rispondo dicendo che sono un nostalgico e adoro pensare che tutte le vecchie cose hanno mille storie da raccontare, spesso sono oggetti che hanno molti più anni di me.
La realtà è anche che lavoro da molto con foto di altri, foto digitali.
Quando è arrivata la mia fotografia, la cosa più naturale è stata quella di allontanarmi da un mezzo che non sentivo mio.
Cosa ti piace fotografare?
Le persone e le identità.
Quali sono le tue macchine fotografiche e che pellicole utilizzi?
Una sola da un bel pó.
Una piccola automatica che mi lascia pensare.
Pellicole? Solo le Fuji perché adoro le loro cromie azzurre.
La fotografia che ti piacerebbe fare.
Quella che devo ancora fare.
Mi innamoro e disinnamoro continuamente.
Hai un fotografo preferito?
Direi molti.
Dei grandi su tutti sicuramente Francesca Woodman, ma anche Giacomelli, Weston, Man Ray, Ghirri e i purtroppo poco conosciuti Mario Lasalandra e Gilbert Garcin, il Mister G.
Della fotografia contemporanea sono molto innamorato dei lavori di Hannah Starkey.
Una bella foto deve…
…essere amata.
Sito web: lucabortolato.com | flickr/LucaBortolato
Email: [email protected]
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