Il fotografo in discussione oggi è un’icona della fotografia britannica, parleremo infatti di: Martin Parr.
Devo ammettere che, pur conoscendolo da svariati anni, non avevo mai approfondito su di lui e sui suoi lavori.
Dati anagrafico-biografici: Martin Parr, britannico, classe 1952. Studia fotografia a Manchester dal ’70 al ’73. Fotografo freelance e docente di fotografia dal 1975. Membro Magnum dal 1994.
Aggettivi: irriverente, ironico, acido, distruttivo e meditativo.
Questi sono i primi che mi sono venuti in mente e ora spiegherò il perché.
Interessato da sempre alla società moderna e alle ritualità nascoste in essa, la sua fotografia prende una piega immediata e irriverente, i suoi scatti colgono scene impreviste ed ironiche, senza mai risultare offensivi e banali.
Secondo lui, il trucco, se così possiamo definirlo, sarebbe quello di riconoscersi in ciò che si fotografa e di immedesimarsi nei soggetti.
Aggiungerei inoltre che, nel suo caso, una buona dose di merito l’hanno avuta anche l’intelligenza e la raffinatezza fotografica.
I progetti di Parr sono vere e proprie ricerche sociologiche che fanno sorgere innumerevoli interrogativi sulla società.
A prescindere dal grado di sicurezza che ognuno di noi può avere di sé, Martin Parr riuscirà sempre a trovare la falla che gli permetterà di cogliere quell’istante di cedimento e di vulnerabilità che, volente o nolente, mostriamo in pubblico; minando quindi le certezze di chiunque.
Inoltre, come non menzionare, l’uso dei colori, per l’appunto acidi e spinti molto spesso a livelli estremi.
Proprio per questo motivo l’atmosfera nella quale si muovono i suoi personaggi è come sospesa, psichedelica e questo è un vero e proprio marchio di fabbrica del suo stile, una caratteristica inconfondibile del suo lavoro.
Leave a reply