Ho la sindrome da expat, quella malattia che viene a chi si trasferisce all’estero per cui tutto quello che ti ricorda casa tua diventa bello, romantico e ti manca.
Si dice homesick in inglese, ma è qualcosa di più: si manifesta come un’irrefrenabile desiderio di farti il bidet, di mangiare la pizza 5 sere a settimana e di rivedere tutti i film di Fantozzi. Nei casi più gravi sopraggiunge il desiderio incontrollato di vedere Sanremo!
Cosa c’è infatti di più italiano del festival della canzone italiana? Se il concetto di italianità si può riassumere con simpatia vacanze, divertimento, bellezza, Sanremo è tutto questo e anche oltre. La città dei fiori, dove la tradizione riunisce i ‘cantautori’ italiani ad esibirsi gratuitamente con pezzi inediti, che ci tormenteranno nell’anno a venire fino al prossimo Sanremo. ‘Sanremo è una zona franca dove non passa l’inverno, primavera fa governo 360 giorni’, come cantava Riondino al premio Tenco, e l’Italia ci si specchia senza paura, si guarda come una signora che inizia a invecchiare e accetta qualche capello bianco ma non le rughe, mostra di se il peggio e il meglio e bisogna dirle che sta benissimo e la trovate in forma.
Quest’anno abbiamo: Carlo Conti che, abbronzatissimo, canta insieme a tutta Italia (‘tutti cantano Sanremo’, remember); la mora e la bionda (Conchita Wurst e Platinette); Al Bano e Romina (ritornano innamorati dopo i trionfi nell’Europa dell’est); le vallette meno gnocche del solito, ma simpatiche (si spera)…
Non potevo farmelo mancare, torno in Italia! Metterò nel trolley rigonfio proiettore, antenna e abiti da sera. Il festival lo vedo da casa ma il faut élégance! Consiglio un look per ogni serata; li trovate qui. Per la finalona mettetevi comodi sul divano con calici e champagne e indossate qualcosa di speciale, come un abito da ballerina in pizzo o un tailleur con bolero in taffetà. Buona visione!
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