Quando la mia ragazza è riuscita a convincermi a prenotare un biglietto per Parigi, non ho avuto dubbi sul da farsi: la città andava filtrata attraverso un occhio analogico e assolutamente in bianco e nero. La scelta è così caduta sull’ineguagliabile Ilford FP4 e sull’ultima arrivata, una Nikon EM tanto semplice quanto rapida. Fatta scorta di rullini non rimaneva che partire.
Montmartre, la mattina, si lascia scoprire dolcemente mentre tutto viene sistemato per prepararsi ad un nuovo attacco di turisti.
L’amore per le stazioni e la passione per Amelie Pauline obbligano un passaggio per la Gare de l’Est prima di riprendere la metropolitana e ritrovarci, volenti o nolenti, alla Pyramide du Louvre, presenza costante dei nostri continui attraversamenti della città; a pochi minuti da lì il Ponts des Arts.
Una foto alla Tour Eiffel dal Trocadero ancora vuoto, in una mattinata grigia e piovosa, e ad uno degli orologi del Musee d’Orsay completano la 5 giorni di una Parigi che non ti saresti mai aspettato.
Articolo di Benedetto Conte
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