Da qualche giorno rifletto su una questione forse inutile, forse no.
Ma se, per un caso fortuito, vi dovreste trovare nella condizione di dover fermare un passante per farvi una foto davanti ad un monumento – come di solito si usa fare durante le vacanze – e se quel passante fosse per assurdo Salgado? O McCurry?
Oppure il quotatissimo Gursky?
E se voi, veri intenditori di fotografia, riconosceste il personaggio, potreste considerare quello scatto d’Autore?
Di contro, potrebbe l’Autore di quello scatto rivendicare i diritti di paternità?
Senza ombra di dubbio lo scatto verrebbe fatto con la vostra apparecchiatura, quindi il file sarebbe detenuto da voi.
Ma può questa detenzione considerarsi impropria?
Di fatto avete prestato la vostra macchina a qualcun altro col mero scopo di farvi ritrarre, quindi, tornando alle prime righe, l’immagine potrebbe essere considerata d’Autore e, trattandosi di una situazione ipotetica e surreale, essere venduta come tale? Sarebbe lecito?
Forse per capirlo occorre capire fin dove arrivano i diritti d’autore e i copyright.
Ovviamente il diritto nasce nel momento in cui l’opera viene data alla luce, nel momento in cui viene creata.
La legge si esprime in maniera chiara in merito, vietando la pubblicazione, la riproduzione, diffusione e distribuzione, la vendita e il noleggio di un’opera protetta da copyright.
Per cui, dal punto di vista legislativo, non sarebbe possibile caricare la nostra immagine turistica nemmeno sui contemporaneissimi social network.
Si dovrebbe quindi chiedere il permesso al passante – superstar come in questa storiella – per pubblicarla?
O forse più semplicemente entra in gioco la volontà di non-riconoscenza dell’“opera” da parte del suo creatore?
Potrete quindi essere graziati dalla Santissima Trinità – Salgado, McCurry, Gursky – da me invocata, forse perché i tre non vorranno riconoscersi in quella immagine.
Vorrei poter venire a capo di questa vicenda.
Mi scuso per gli spunti banali che ho lanciato; alla fine questa doveva essere una riflessione, ma di fatto concludo l’articolo con più interrogativi di prima.
Confido però nei vostri interventi, in modo tale da instaurare una discussione interessante.
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