Se mi avessero detto, all’inizio di questo “progetto”, nato quasi per gioco, che poi sarebbe stato pubblicato su Classic Camera Black & White, non ci avrei creduto.
Tutto è nato da una foto della bobina che ho postato su un gruppo facebook ( “Chiacchere Analogiche“, iscrivetevi e non ve ne pentirete), e tanti appassionati come me si sono entusiasmati e hanno accettato la piccola sfida, ossia scattare una pellicola che ha almeno 70 anni e cavarci fuori qualcosa di decente o per lo meno “leggibile”.
Nei prossimi giorni esce in edicola quindi il numero 93 di CCBW, che vi invito a sfogliare la prossima volta che lo incontrerete in edicola: una rivista rigorosa, che parla di analogico ad alti livelli, tecnica e collezionismo, con alle spalle decenni di vita, articoli e racconti (Editrice Progresso ha seguito dal 1894 la fotografia in Italia).
Nonostante questo approccio molto “serio” alla fotografia analogica, l’editore Namias e Gerardo Bonomo (che non ringrazierò mai abbastanza), appena avuta notizia della nostra piccola idea hanno voluto darle spazio e voce sulle loro pagine, e nel giro di pochissimo tempo siamo già in edicola.
Questi eventi così repentini ( dalla mia foto postata ad oggi sono passati pochi mesi) ha fatto molto riflettere: spesso penso troppo alle foto che faccio o alle idee che mi vengono in mente, e finiscono abbandonate, perché non le ritengo abbastanza “valide”. In questo caso, invece, tutti gli addetti del settore che incontravo (compreso il mitico Ryuichi Watanabe), hanno “benedetto” e sostenuto l’iniziativa, che magari, fosse stato per me, non avrei cercato di “spingere” eccessivamente.
Addirittura sono riuscito a parlarne a Gianni B. Gardin, nel chiostro di N.O.C. a Milano.
Da zero a mille in pochi mesi, per quello che mi riguarda.
Quando una cosa è bella, ti sorprende, ne perdi piacevolmente il controllo e prende la sua strada.
Questo cosa bella nasce da un gruppo di amici ( perché amici siamo diventati, conoscendoci alle due mostre che abbiamo organizzato, a cui ne seguiranno altre), senza velleità o pretese di essere fotografi “autoriali” o “quotati”. Pellicola, macchina fotografica, acidi: punto.
Colgo l’occasione per ringraziare, ancora:
– Paolo Namias, Gerardo Bonomo e tutta la redazione di CCBW ed Editrice Progresso, e Felix Bielser per “l’intercessione”;
– ISO400 nella figura del buon Alessandro Pancosta, che ha fatto da cassa di risonanza all’idea;
– Massimo Fagni che ha dato la “scintilla” al progetto e ci ha regalato la foto che davvero racchiude il senso di quello che abbiamo fatto (o cercato di fare): la pellicola sopravvive e trascende il tempo. Andate in edicola, comprate CCBW e guardate la sua foto, capirete di cosa sto parlando;
– Tutti i fotografi che hanno partecipato, e che si sono impegnati per organizzare le mostre, dalla stampa all’allestimento.
Una piccola grande cosa bella, nata dal basso, fatta con molto impegno e tanto, tanto amore sincero per la fotografia.
E non è una cosa facile da vedere, in questi tempi, in questo paese.
CLASSIC CAMERA – Febbraio in edicola
Articolo di Guido Tosi
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