Dopo 417 articoli, 59.000 visitatori, 98.000 visite, 201.000 pagine, 3.186 fan su Facebook e infiniti metri di pellicola consumata siamo ancora qui a parlare di analogico.
E pensare che nel dicembre 2011 il contatore era ancora a zero, anche se qualcosa lo avevamo scattato per saltare quei centimetri di pellicola esposta nell’atto di infilarla nella macchinetta. A volte la pellicola la si mette nelle macchine fotografiche solo a forza di parolacce.
A volte scatti e solo alla fine ti accorgi che la pellicola non si era agganciata e quindi le parolacce si trasformano i bestemmioni.
È il bello della pellicola, ed è per questo che siamo qui ancora a parlarne.
Non sto a raccontare nascite, genesi e crescite del blog; diciamo solo che siamo partiti da Torino e adesso a Torino non c’è più nessuno di noi. Adesso siamo sparsi tra la Puglia, la provincia di Cuneo, Londra, Tenerife, Firenze e Foggia (che per chi non lo sapesse è sempre in Puglia).
Sicuramente i miei compagni di blog, compreso l’altro Alessandro con il quale divido il titolo di cofondatore, non si ricordano nemmeno che ogni dicembre bisognerebbe festeggiare il nostro compleanno; loro sono così, terribilmente incasinati e quindi ci devo pensare io.
Voglio ringraziare loro e voi che leggete e che continuate a leggere.
Voglio ringraziare questo blog per le occasioni di incontro che mi ha regalato.
Per tutte le persone più o meno inconsuete che ho conosciuto e con le quali ho scambiato solo qualche chiacchiera ma che già ho sentito unite nella passione del conversare in armonia.
Molte delle persone con cui ho parlato grazie ad Iso400 (durante mostre, banchetti, festival, esposizioni) forse non sapevano neanche cos’era Iso400, chi ero io o perché ero lì, ma parlavamo di fotografia, pellicola, sali e questo bastava.
Vecchi, giovani e qualche bambino a cui non è semplice spiegare una tecnologia nuova che purtroppo difficilmente troverà sparsa in giro.
Per questo motivo continueremo fino a che ci sarà la serenità di andare avanti, per spiegare una tecnologia alternativa, consapevole, forse obsoleta, fisica e concreta di catturare la luce e le immagini del mondo, fissarle su pellicola e girarle su carta.
Auguri a noi e tanti di questi giorni.
Perché una foto con una scarpa? Perché è un’antica usanza Boliviana regalare una scarpa spaiata (destra) ai compleanni. Essa rappresenta il cammino fatto nell’anno passato, mentre quella mancante, la sinistra, rappresenta il cammino ancora da compiere nell’anno venturo.
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