È domenica, manca poco a Natale, tutti (o quasi) sono in ferie. Quale giorno migliore per dedicarsi alla scoperta di nuovi misteri?
Il 23 maggio del 1964, un pompiere e fotografo inglese di nome Jim Templeton, porta la moglie e la figlia a fare una gita alla palude di Burgh, un piccolo paesino dell’Inghilterra. Oltre a loro, qualche anziana signora seduta in macchina ad ammirare il paesaggio. La giornata è soleggiata e l’aria sembra quasi elettrica.
Quel giorno Jim scatta tre ritratti consecutivi alla figlia di cinque anni che, nel suo vestitino a fiori, sorride serena al padre.
Qualche giorno dopo aver portato a sviluppare i negativi, il padre va a ritirare le fotografie e non riesce a credere a quello che scorge dentro ad una immagine.
Nella fotografia di mezzo tra le tre che aveva scattato alla figlia, e solamente in quella di mezzo, una figura misteriosa appare dietro al volto felice della bambina.
Come è possibile che quello che sembra essere un astronauta, con la tuta spaziale bianca ed un casco dalla visiera scura, compare solamente per qualche secondo dietro alla figlia?
E come è possibile che compaia in una foto soltanto, quella di mezzo, quando le tre erano state scattate in sequenza?
A quel punto, scioccato dalla scoperta, Jim Templeton decide di mostrare la fotografia alla polizia locale, che, pensando ad uno scherzo, contatta la Kodak.
L’azienda americana, non riuscendosi a spiegare quell’irregolarità nell’immagine, bandisce un premio per la persona in grado di svelare il mistero dell’astronauta di Solway: una fornitura a vita di rullini.
Purtroppo il mistero rimane tutt’oggi irrisolto, e nessuno sa se quella figura bianca sia veramente un alieno venuto dallo spazio, o solo la figura della madre sovraesposta.
Ad oggi il premio della Kodak non è ancora stato reclamato.
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