«… | Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce. | …»
Pedro Salinas
Alice: «Per quanto tempo è per sempre?»
Bianconiglio: «A volte, solo un secondo.»
– Alice nel Paese delle Meraviglie
Con l’opera Vive nel giardino cucito; ai miei occhi. si prendono in analisi i due romanzi ottocenteschi di Lewis Carroll: Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio. Con l’uso dell’autoritratto l’artista si cala nei panni della piccola Alice senza rappresentarla iconicamente, essa infatti è differente, come è differente il suo Paese delle Meraviglie.
Il mondo autocostruito di Ilaria Feoli è un “luogo” intimo e privato, un “eden” che traccia le fondamenta di un paesaggio idilliaco dove bellezza e poesia sono le protagoniste. Il Paese delle Meraviglie, attraverso fotografie ricamate e dipinte, appare prima come uno sguardo lontano, quasi come se l’artista stessa, insieme all’osservatore, si trovasse in un “dietro le quinte” dove una “finestra” preannuncia l’essenza di questo mondo inventato e immaginario; un mondo lontano dal quotidiano e dal tangibile, dove il tempo resta sospeso per sempre.
In un secondo momento “il paesaggio” si fa sempre più vicino e concreto col proseguire della composizione artistica che culmina con la presenza di un vero e proprio gioco di carte letterale, con cui l’osservatore può cimentarsi nel comporre liberamente una propria frase nonsense, inserendosi così direttamente tra i nuovi autori contemporanei della letteratura surrealista, di cui pioniere proprio l’autore in analisi. Tutta la composizione e nonché le fotografie sono ambientate nell’epoca ottocentesca, molto vicina alla poetica dell’artista e a quella dell’autore e fotografo Lewis Carroll.
La tana del Bianconiglio in cui ci si “cade” qui è in realtà un giardino, dove simbolo centrale ne è il tulipano bianco che ne rappresenta la purezza e la bellezza stessa. Vive nel giardino cucito; ai miei occhi. è un’installazione fotografica composta da 7 fotografie in bianco e nero e da un piccolo cassetto di legno che contiene al suo interno 7 carte da gioco dipinte e ricamate, le quali hanno proprio il compito di far addentrare fisicamente e mentalmente l’osservatore all’interno di questo nuovo Paese delle Meraviglie, in modo da non lasciar andare via i sogni e ritornare bambini attraverso l’immaginazione.
L’Alice di Lewis Carroll qui non si sveglia dal proprio sonno, come invece accade nelle ultime righe dei rispettivi romanzi, anzi ella decide di vagare in veste “sonnambulica” per il resto della propria esistenza, un volere forte e deciso.
Il mondo onirico è così perfettamente pervaso di bellezza che non si ha più nessun motivo per poter uscirne, questo è lo spazio ideale, dove l’inconscio si mischia alla poesia, l’atmosfera leggiadra della primavera si amalgama a quella aristocratica dell’Ottocento; l’interiorità dell’essere “disegna” delicatamente la propria via di fuga, con un inchiostro modellato di cotone ed argento. Vive nel giardino cucito; ai miei occhi., è un “romanzo fotografico” nato da una poesia che genera poesie, come «… | Un chiaro di Luna | In un pacifico giardino | …».
Vive nel giardino cucito; ai miei occhi.
Si chiama Tulipano.
M’ha fatto mangiare ciliegie al nettare d’api.
M’ha portato sull’orlo d’un alveare fiorito.
Passato remoto.
Una voce, la poesia.
Amo il mio amore; con un verbo.
Ilaria Feoli
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